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1) Dizion. 5° Ed. .
NASO.
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NASO.
Definiz: Sost. masc. Quella parte della faccia dell'uomo, divisa in doppio canale, che dagli occhi scende fino al labbro superiore, e che costituisce l'organo dell'odorato, e serve pure allo sgravio degli umori del capo.
Dal lat. nasus. –
Esempio: Tadd. Libell. 2: Netta lo tuo naso e il petto, spurgandoti e i denti nettando, perchè lo stomaco e 'l petto se n' alleva, e la loquela diviene più spedita.
Esempio: Dant. Inf. 25: Acciocchè il duca stesse attento, Mi posi il dito su dal mento al naso.
Esempio: E Dant. Inf. 28: Forata avea la gola, E tronco il naso infin sotto le ciglia.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 64: A chiunque usciva il sangue del naso, era manifesto segno d'inevitabile morte.
Esempio: Benc. Pimandr. Mercur. 37: Riguarda bene la composizione del corpo umano.... Chi lavorò a tornio il naso e gli orecchi?
Esempio: Firenz. Pros. 1, 293: Chi non ha il naso nella total perfezione è impossibile che apparisca bella in proffilo.
Esempio: Domen. Plin. 827: Il seme del dragonzio pesto col mele, ancora che vi fosse canchero, è utilissimo al naso.
Esempio: Capor. Rim. 41: Mecenate era un uom che aveva il naso Gli occhi e la bocca, come abbiamo noi, Fatti dalla natura e non dal caso.
Esempio: Lipp. Malm. 3, 24: Teneva al naso un mazzolin di rose.
Esempio: Baldin. Vocab. Dis. 145, 2: Il naso è l'instrumento dell'odorato, e acquitrino delle superfluità escrementizie del cervello. Riceve la parte esterna le specie odorabili; l'interna le giudica.
Esempio: Magal. Lett. At. 437: Sieno queste particelle minime insensibili quanto si pare, elle hanno a essere finalmente tali, da rendere il loro urto sensibile a un organo assai materialetto, come è quello del mio naso.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 49: Se cresce il naso al povero figliolo In proporzion, col crescere degli anni La cupola parrà di San Giovanni.
Definiz: § I. Per rispetto alla forma riceve varj aggiunti, come Affilato o Profilato, Aquilino, Camuso, Gobbo, Schiacciato, e simili, che si dichiarano a' loro luoghi. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 23: Li belli occhi e le ciglia, E le labbra vermiglia, E lo naso affilato, E lo dente argentato.
Esempio: Fr. Iac. Tod. 50: Il suo naso profilato Sente molto l'odorato, Com' è 'l cane, ec.
Esempio: Bocc. Amet. 32: Del mezzo de' quali [occhi] il non camuso naso in linea diritta discende.
Esempio: Med. L. Beon. 3, 114: L'altro, che drieto vien con dolce riso, Con quel naso appuntato lungo e strano, Ha fatto anche del ber suo paradiso.
Esempio: Vinc. Tratt. Pitt. 159: I nasi sono di dieci ragioni: dritto, gobbo, cavo,... aquilino, simo, tondo ed acuto.
Esempio: Ar. Orl. fur. 3, 72: Gli occhi gonfiati e guardatura losca, Schiacciato il naso, e ne le ciglia irsuto.
Esempio: Varch. Comp. past. 34: Forse mi schivi.... perchè ti paio Aver lunga la barba e 'l naso piatto, Nè ti sovvien che tal l'ha Pan anch'egli, E che camusi son gli dii de' boschi?
Esempio: Car. Stracc. Prol.: Quei zazzerati, con quei nasi torti arcionati, ec.
Esempio: E Car. Dicer. 26: Certi (nasi) scrignuti a foggia di montoni; certi bitorzoluti a guisa di limoni; di quelli che hanno la pannocchia spugnosa..., di quelli che hanno la punta rugginosa.... Vi sono de' callosi, de' mocciosi, de' cancherosi...; sonvi de' fatti.... a sella, a timone, a crocea, ec.
Esempio: Panant. Epigr. 150: Col naso adunco e gli occhi tesi in arco.
Definiz: § II. E detto della parte del muso degli animali la quale serve ai medesimi ufficj che nell'uomo. –
Esempio: Dant. Inf. 17: Quindi storse la bocca, e di fuor trasse La lingua, come bue che il naso lecchi.
Esempio: Bern. Rim. burl. V. 120: Una brachetta.... Che pare appunto un naso di montone.
Esempio: Vallisn. Op. 1, 120: Escono per i fori del naso (de' castrati) certi altri vermi, abitatori della parte superiore del medesimo.
Definiz: § III. E figuratam. e poeticam., per Volto o Faccia umana. –
Esempio: Dant. Purg. 15: I raggi (del sole) ne ferian per mezzo il naso.
Esempio: But. Comm. Dant. 2, 348: E i raggi; cioè del Sole, ne ferian per mezzo naso; cioè a Dante; e rende la cagione perchè li raggi li davano nel volto, perchè parrebbe impossibile quello che dice se non rendesse la cagione: conciò sia cosa che abbia ditto di sopra che andava verso l'oriente..., e che il Sole dice che li dava per lo volto.
Definiz: § IV. Pur figuratam., per Odorato. –
Esempio: Dant. Inf. 18: Le ripe eran grommate d'una muffa, Per l'alito di giù che vi si appasta, Che con gli occhi e col naso facea zuffa.
Esempio: E Dant. Purg. 10: Similemente, al fumo degl'incensi Che v'era immaginato, e gli occhi e il naso Ed al sì ed al no discordi fénsi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 53: La fraude insegnò a noi, che contra il naso De l'Orco insegnò a lui la moglie d'esso, Di vestirci le pelli ec.
Esempio: Car. Long. 16: Appressati (i cani) alla fonte, come quelli che erano di buon naso, sentendo quel sito lupigno, stettero all'erta.
Esempio: Ross. B. Cical. III, 2, 8: Lasciamo stare (per non essere a raccontare cosa ch'abbia molto del grazioso) quello che ne pativa il naso.
§
Definiz: V. E per Quell'arnese di cartapesta, fatto a forma e ad imitazione del naso umano, ma più grosso, il quale si accomoda al viso nei travestimenti, e impedisce che l'uomo sia a prima vista riconosciuto. –
Esempio: Machiav. Comm. 112: Io ho un naso in casa: io vo' che tu te lo appicchi.
Definiz: § VI. Naso, dicesi altresì Quella caruncola conica che il tacchino maschio ha sulla fronte alla base del becco, e che talvolta, allungandosi, pende da un lato del becco stesso.
Definiz: § VII. Naso, per similit., si usa come particolare denominazione di quella parte di varj arnesi o strumenti, come vasi, lambicchi, mantici, e simili, che ritragga per la sporgenza la forma del naso; comunemente Beccuccio. –
Esempio: Biring. Pirotecn. 18 t.: E così, fatto questo recettaculo..., vi s'acconci il boccolare in mezzo, ch'abbi un poco di naso torto all'ingiù; acciò che il vento batta nel mezzo del recettaculo.
Esempio: E Biring. Pirotecn. 64 t.: E similmente al naso del lambicco ne farete un altro (cerchietto) che entri ne la bocca del recipiente che vi metterete, avvertendo che benissimo la turi e serri; e messo che l'avete dentro alla bocca, accostato al naso del lambicco, commetterete ec.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 213: Cuoprilo (il vaso) con un coperchio che abbia lungo il naso, o vuoi il beccuccio.
Esempio: E Flor. Agric. Met. volg. 318: Finalmente la testa del mantice, non altrimenti che il rimanente del suo corpo, è di due tavolati, oltre al beccuccio, o ver naso, che ha.
Esempio: E Flor. Agric. Met. volg. appr.: E di questi due (tavolati) congiunti insieme si fa la testa del mantice, ne la quale fassi un buco dove si serra dentro il naso.
Definiz: § VIII. Term. di Fortificazione. La punta, o La parte sporgente, d'un baluardo. –
Esempio: Magg. Fortif. 19: Il detto balluardo, partendosi da questa guancia, fa l'angolo con la coperta dell'orecchione..., di quella capacità e forza che se gli conviene; dipoi fa una faccia, ch'arriva al suo angolo; e vi fa una punta o un naso, e rivolta ec.
Definiz: § IX. E anche nome d'un Giuoco di carte ad invito, che è una derivazione della Primiera, onde è pur detto Naso e Primiera.
Definiz: § X. Vale anche Il bocciuolo o La punta del fusto dell'arcolaio. –
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 1, 267: Dalle quali (canne) riconoscono l'esser loro le cerbottane, e le mazze e le gretole delle rócche, i nasi e le costole degli arcolaj.
Definiz: § XI. Naso! O naso! si usò come modo esclamativo, o voce di maraviglia, corrispondente a Capperi, o simile. –
Esempio: Fag. Rim. 7, 24: Lasciate ogni speranza, o voi che entrate. Naso! questo pareami un invitare Più volentieri addietro a andar che innanzi.
Esempio: E Comm. 6, 374: O che obbligazione avete voi così grande, che v'abbia a far volere un damo per forza? I. Gli son obbligata della vita. G. O naso! ell'è un'obbrigazione (obbligazione) da quailcosa (qualcosa).
Definiz: § XII. A naso, posto avverbialm., e usato col verbo Sentire a naso, vale Al fiuto, All'odore; anche figuratam. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 42: Sentirà (l'Orco) a naso il sesso differente.
Esempio: Bern. Orl. 19, 39: Questo è quel traditore, a naso il sento, Che ti tolse la vita a tradimento.
Esempio: E Bern. Orl. 63, 33: Or voi fuggite in parte più lontana, Chè 'l maladetto non vi senta a naso.
Definiz: § XIII. E coi verbi Andare a naso, Venire a naso, o simili, vale, figuratam., Non a caso, Deliberatamente, quasi tratto dall'odore di ciò che si cerca, come fa il cane da caccia. –
Esempio: Ar. Comm. 2, 36: Tanto mi son oggi travagliato, e tanto sono ito come un cane a naso or di qua or di là, che credo saperti mostrare ove è la robba tua.
Esempio: Bern. Orl. 15, 29: E non vo' dir, s'abbatte Il conte quivi, anzi vi venne a naso.
Definiz: § XIV. Col naso all'aria, per lo più con verbi di moto, dicesi familiarmente di chi cammini con la testa levata e con gli occhi in alto, e non faccia attenzione dove mette i piedi.
Definiz: § XV. Con un palmo di naso, Con tanto di naso, valgono In condizione spiacevole, Col danno e colle beffe dell'intento non conseguito; ed usasi coi verbi Lasciare con un palmo di naso, con tanto di naso, Restare con un palmo di naso, con tanto di naso, Rimanere con un palmo di naso, con tanto di naso, e simili. È maniera derivata da quel gesto sconcio che si fa da taluni appuntando al naso il pollice della mano colle cinque dita aperte, e talvolta soggiungendo in eguale atteggiamento l'altra mano. –
Esempio: Varch. Ercol. 69: Dicesi ancora rimaner bianco, e più modernamente, con un palmo di naso.
Esempio: Car. Apol. 56: Ma non rimarreste voi con un palmo di naso, a vedere che ancora il Petrarca ha messa questa voce non solamente ne l'ultimo loco, ma nel primo? O misuratevelo, chè vel troverete cresciuto almeno quanto son lunghi questi versi.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 301: La Livia lo ributta, e fu per batterlo In terra, e fugge via ne l'anticamera E serra l'uscio, e lasciasi lì il medico Con un palmo di naso, tutto bietola Ed angoscioso.
Esempio: E Cecch. Donz. 4, 8: Vorrei che Di secco in secco egli arrivasse su; E che, quando e' credesse che la sposa Si facesse oltre, ella non si trovasse, E vederlo restar con tanto di Naso. Oh che risa!
Esempio: Tasson. Secch. rap. 8, 10: E i suoi raccolse, e lasciò quei dal Sipa Con un palmo di naso a l'altra ripa.
Esempio: Bracciol. Schern. 9, 59: E 'l zoppo, a stravaganze così strane, Con un palmo di naso si rimane.
Esempio: Lipp. Malm. 65: Se la digruma che ne va il suo onore, Mentre, gli accordi fatti ed i concerti Riusciti alla fin tutte panzane, Con un palmo di naso ne rimane.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 4, 55: L'un e l'altro signor.... Lasciò con un bel palmo e più di naso.
Esempio: Dat. Lepid. 136: I frati di San Spirito ci metteranno le mani, e noi resteremo con tanto di naso.
Esempio: Not. Malm. 2, 447: Con un palmo di naso ne rimane. Riman burlata, beffata. Il Lalli, Eneide travestita, libr. 1° st. 11, dice: Ed io son per restar in questo caso Con sei palmi lunghissimi di naso.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 553: Perchè voi O dell'una o dell'altra Non venghiate marito, àvvi di quelle Fatto in vece apparir le due donzelle, Una cieca, una sorda, con sì scaltra Maniera, onde restiate in questo caso Con un palmo di naso.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 152: Ecco dunque ognun rimaso Con un palmo e più di naso.
Definiz: § XVI. Da naso, in forma di aggiunto, vale Che serve per il naso: onde Pezzuola da naso, cioè da soffiarsi il naso, e Tabacco da naso, cioè da odorare e tirar su per il naso.
Definiz: § XVII. Difetto, Vizio, di naso, chiamano i Maestri di canto Quel suono speciale e sgradevole che prende la voce, allorchè uscendo dalla laringe va diritto alla base del naso, donde poi scende alla cavità della bocca. Onde il cantare a quel modo dicono Cantar di naso, o col naso, o nel naso.
Definiz: § XVIII. Naso a ballotta, dicesi di Naso corto di canna, e largo e dilatato nelle narici, che raffigura una pallottola o un marrone.
Definiz: § XIX. Naso a petronciano. –
V. Petronciano.
Definiz: § XX. Naso da fiutar poponi, vale scherzevolmente Naso molto grosso, e quindi creduto più atto a ricevere largamente quella abbondanza di grati effluvj. –
Esempio: Lipp. Malm. 11, 39: Ritrasse già Perlone un certo matto, Ch'aveva il naso da fiutar poponi.
Esempio: Not. Malm. 2, 815: Naso da fiutar poponi. Naso assai grande; quasichè, per sentir bene l'odore di quella frutta, e distinguere la sua perfezione, si richiegga un naso maggior degli ordinarj.
Definiz: § XXI. Naso di civetta. –
V. Civetta, § V.
Definiz: § XXII. Naso lungo, trovasi per Persona che la guarda per la sottile, che cerca il pelo nell'uovo. –
Esempio: Cecch. Masch. Prol. 7: Ha forse (l'autore) Dubitato che, andandosi avvolgendo Per le terre d'altrui, non gli venisse O volto un canto più, o fatto o detto Nel situar il proscenio qualcosa Da dar materia a certi nasi lunghi Di tòrlo su.
Definiz: § XXIII. Arricciare il naso. –
V. Arricciare, § III.
Definiz: § XXIV. Aver naso, vale Avere il senso dell'odorato; e usasi più che altro in proposizione negativa. –
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 1, 70: Puzzo essere in questo peccato il prova chi ha naso.
Definiz: § XXV. Aver naso, Aver buon naso, ed anche Avere il naso, sono tutte maniere che valgono figuratam. Essere accorto, scaltrito; Mostrarsi avveduto nei casi della vita; ed anche Scoprire alcunchè nascosto come i cani con l'odorato. –
Esempio: Car. Dicer. 22: Così: tu non hai naso; tu mi meni per lo naso…. son tutti detti da disonorare altrui.
Esempio: Dat. Lett. 188: Chi direbbe che a Mecenate, cavaliere sì ricco, gentiluomo sì dotto, cortigiano sì forbito, e che in somma era un uomo che aveva il naso, chi direbbe, dico, che gli fusser piaciuti sì sbardellatamente gli asini?
Esempio: Red. Lett. M. 45: Io ho riconosciuto l'autore di quel sonetto.... Egli è.... Ci ho io dato dentro? Ho io buon naso?
Definiz: § XXVI. Avere una cosa sotto il naso, vale Averla molto vicina e non vederla per poca attenzione o per corta vista.
Definiz: § XXVII. Battere il naso, o col naso, in una cosa, vale Farvisi tanto vicino da toccarla col naso. Così direbbesi d'una persona distratta:
Esempio: Esempio del Compilatore Se non vi batte col naso, non trova nulla.
Definiz: § XXVIII. Cacciare il naso in una cosa, o Ficcare, il naso in una cosa, vale nel linguaggio familiare Ingerirsene inopportunamente e prosuntuosamente; e Cacciare il naso da per tutto, o Ficcare, il naso da per tutto, dicesi di chi entra dove può per fiutare, indagare, sapere; ed anche di chi vuole d'ogni cosa ingerirsi, contro ogni convenienza. –
Esempio: Fag. Comm. 4, 355: Lasciami un po' girar per la casa, e riguardar le casse, gli armadj..., frugare e ficcare il naso per tutto.
Esempio: Nell. Iac. Alliev. 3, 3: Perchè se lo raggira tanto d'intorno ? A tutto arriccia il naso, e per tutto lo vuol cacciare.
Esempio: Bottar. Dial. 45: Era uno di quegli che presumeva intendersi di tutto, e saper tutto, e voler cacciare il naso in tutte le cose.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 11: Come c'entra.... quel poetucolo? Ora appunto per picca mi ci metto (a fare il libretto): Adesso vo di volo sul Parnaso, Acciò l'abate non ci ficchi il naso.
Definiz: § XXIX. Cacciarsi le mosche dal naso, o Levarsi, le mosche dal naso. –
V. Mosca, § XXV.
Definiz: § XXX. Contare col naso, o Numerare col naso, Contarsi col naso, o Numerarsi, col naso, riferito a persone rispetto a certe qualità, denota Essercene scarsissimo numero, quasi Essercene uno solo, come nel corpo umano il naso. Oggi Contarsi sulle dita. –
Esempio: Savonar. Pred. 12: Sono tanto pochi, che li numereresti col naso.
Esempio: Ar. Comm. 2, 150: Quei che dicono Bene, son così pochi che li numeri Col naso.
Esempio: Magal. Lett. scient. 32: C'è qualche dama e sento ancora qualche cavaliere, anche fuori della nostra ristrettissima oligarchia, che debbono andare un pezzo in là; ma pensate che si contano col naso.
Definiz: § XXXI. Correre la bugia su pel naso, o Venire, la bugia su pel naso. –
V. Bugia, § IV.
Definiz: § XXXII. Dare la bile al naso, vale figuratam. Adirarsi, Sdegnarsi, gravemente. –
Esempio: Forteguerr. Cap. 179: Io sento che mi sale infin da' piedi La cristallina bile, e dammi al naso, Quando in man loro vedo tali arredi.
Definiz: § XXXIII. Dar di naso in ogni cosa, vale figuratam. Voler vedere e fiutare ogni cosa, Studiarsi di sapere o scoprire i fatti altrui, fino alle cose più minute e segrete; e usasi anche assolutam. –
Esempio: Buonarr. Sat. 5, 245: Iacopo mio gentile, io ho pensato Teco parlar.... Di quei che in ogni cosa dan di naso, Vogliono intender tutti gli altrui fatti, Non per un verbigrazia e non a cago.
Esempio: Fag. Comm. 7, 200: Convenne in quel caso Dire a quel modo, perchè in quello il vecchio Sopraggiunse improvviso a dar di naso, E vedeva ed udiva Tutto quel che seguiva.
Esempio: Saccent. Rim. 1, 12: Chi non ha bisogno, non va fuora Per via di messo e sbirri a dar di naso.
Definiz: § XXXIV. E scherzevolmente, Dar di naso in un luogo, vale Recarvisi per vederne le cose più singolari. –
Esempio: Mont. Poes. App. 102: Venuto per ispasso a dar di naso In Loreto era il tomo (un Inglese) ch'io vi dico.
Definiz: § XXXV. Dar di naso ad alcuno, o figuratam. a qualche sua opera, vale Dargli noia, uggia, dispiacere, Toccarlo nel vivo; e con più grave senso, Dargli addosso, Assalirlo, Offenderla. –
Esempio: Monet. Poes. 37: Sacerdoti vi sono e religiosi.... Che con satire e versi ingiurïosi Ora a questo ora a quel danno di naso, Cantando gli altrui fatti scandalosi.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 9, 1: Udito ho dir da certi saputelli, Che dan di naso alle fatiche altrui..., Che le Muse son peste de' cervelli.
Esempio: E Forteguerr. Ricciard. 9, 78: Daresti di naso a quante sono Donne nel mondo, o sieno belle o brutte.
Esempio: Ricc. A. M. Rim. Pros. 148: Onde non dar di naso (o lettore) A colui che la scrisse (una novelletta) E solo si prescrisse D'allettargli cosi (i fanciulli) A studiar volentieri l'Abbiccì.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 352: Veggo bene che bisogna cedere e starvi di sotto; e chi potrebbe darvi di naso quando vi siete fatto così gran padrone della natura, che, voglia o non voglia, possa o non possa, ha da fare ciò che a voi salta in testa?
Definiz: § XXXVI. Dar di naso ad alcuno, trovasi scherzevolmente anche per Fargli visita, Visitarlo, sapendo o temendo però di recargli qualche molestia. –
Esempio: Fag. Rim. 1, 23: Giunta (la musa, sul monte Parnaso), senza riposo a dar di naso Corse a mona Talia, ch'è deputata Sulle commedie.
Esempio: E Fag. Rim. 7, 82: In oggi il salir per te in Parnaso Non è com'ire a Sesto ed a Montui, Dove tu gli suol ire (al marchese Corsi) a dar di naso.
Definiz: § XXXVII. Dar di naso in tasca ad alcuno, o ai fatti d'alcuno, vale Cercar di sapere i fatti più riposti di una persona. –
Esempio: Baldov. Comp. dram. 66: Ho detto Che a chi passar volessi Il viso in modo tal da lor si mostri, Che non venga persona A dar di naso in tasca a i fatti nostri.
Esempio: Marrin. Annot. Baldov. Dramm. 180: Dar di naso in tasca. Dar noia; e dicesi in tasca, o in cupola per isfuggire altra voce immodesta.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 52: Chi t' insegna A dar di naso in tasca anco a chi regna?
Definiz: § XXXVIII. Dare nel naso a uno, detto figuratam. di cosa, vale Dargli, Arrecargli, noia, molestia, dispiacere, Rincrescergli, Offenderlo, e simili. –
Esempio: Libr. Segr. Cos. Donn.: La negazione de' medicamenti suole dar loro nel naso.
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 70: Queste ultime cose di Forlì che io ritraggo gli hanno dato assai nel naso.
Esempio: Car. Dicer. 22: Si dice: tu mi dai nel naso, idest, tu mi tocchi nell'onore.
Esempio: Grazz. Comm. 319: Quell'entrataccia mi dà nel naso, e dubito ch'ella non sia una stanza di taverna, sendole così presso.
Esempio: Salv. Granch. 1, 1: Odi caso da dar nel naso.
Esempio: Capor. Rim. 399: Or di questo grand'uom (intende l'onore, che finge morto) l'indegno caso Ha tratto molti principi di guaj, Perch'egli, udendo lor, dava nel naso.
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 17: E poi l'afferri colla mia 'mbasciata, Ch' è per darli nel naso.
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 225: Si stette cheto, dando segno con alcune delle solite smorfie, che tale interrogazione le desse assai nel naso.
Esempio: Paolett. Oper. agr. 2, 292: Questo esame vi ha dato molto nel naso, perchè, dite voi, è scritto con un sale che non viene da Atene nè da Roma.
Definiz: § XXXIX. Dire alcunchè sul naso ad alcuno, o Fare, alcunchè sul naso ad alcuno, vale figuratam. Dirlo, o Farlo, in sua presenza, senza rispetto, quand'anche possa dispiacergli.
Definiz: § XL. Fare il naso a un puzzo, a un odore, vale Abituarvisi talmente da non sentirne più disgusto o piacere.
Definiz: § XLI. Fare il naso rosso, è modo basso che vale Mangiare, Bere, abbondantemente; onde A naso rosso, Col naso rosso, vale scherzevolmente A fin di tavola. –
Esempio: Cecch. Esalt. 1, 4: Messer, io vo' ch'in queste nozze D'Erasto, noi facciamo il naso rosso.
Esempio: Giust. Vers. 31: Se a fin di tavola E a naso rosso Una facezia V'arriva all'osso, ec.
Definiz: § XLII. Fumare ad uno il naso. –
V. Fumare, § XIV.
Definiz: § XLIII. Fumicare altrui il naso, si disse scherzevolmente per Vivere, Campare. –
Esempio: Varch. Suoc. 2, 2: Se mi dai di queste battisoffiole, tu vorrai che 'l naso mi fumichi poco.
Definiz: § XLIV. Levarsi i moscerini, o la senapa, dal naso. –
V. Moscerino, § II, e Senapa.
Definiz: § XLV. Menare uno pel naso, vale figuratam. Aggirarlo, Condurlo, a piacer nostro, Fargli fare ciò che a noi piace, Dargli ad intendere ciò che non è. È figura tolta dalle bestie bovine, onde pur dicesi compiutamente, Menare, o Tirare, pel naso come le bufale, o come un bufalo. –
Esempio: Cavalc. Med. Cuor. 242: Bevitori e giuocatori, e altri diversi peccatori, i quali il diavolo mena per lo naso di vizio in vizio e di male in peggio.
Albizz. R. Commiss. 1, 221: E questo feci per sdegno, parendomi d'esser menato da lui per lo naso. Ar. Sat. 1, 197: Non vuo' più che colei che fu del vaso Dell'incauto Epiméteo a fuggir lenta Mi tiri, come un bufalo, pel naso. Car. Dicer. 22: Tu non hai naso: tu mi meni per lo naso sono tutti detti da disonorare altrui. Grazz. Comm. 371: Io temo che quel ribaldo non vi meni come le bufole per lo naso. Salv. Grand. 2, 4: Ella sare' la prima volta ch'io T'ho menato pel naso, com'un bufolo. Galil. Op. VII, 138: Vuol esso menar lui per il naso e farlo dire a suo modo! Salvin. Annot. Fier. 452: Ch'ella 'l mena e l'aggira. Il mena pel naso, come una bufola. Fag. Comm. 2, 322: Così debbon essere i mariti; che sian giovani e senza cervello; perchè allora se ne può far quel ch'un vuole, e menargli pel naso come i bufoli. E 5, 368: Oh che fortuna! entrare in una casa ricca, non trovar nè suocero nè suocera; nè cognate nè cognati..., ma trovar solo il marito, giovane e bello, e di più sdolcinato e di buona cottoia..., da farlo girar tondo tondo com'un arcolaio; da menar pel naso come le bufole ec. Giust. Vers. 228: Per un gran cabalista era tenuto E che de' temi avesse in man la rete; E scalzarlo parecchi avean voluto, Mentre che visse, sull'arti segrete Di menar la fortuna per il naso, Pescando il certo nel gran mar del caso. § XLVI. Onde, Lasciarsi menar pel naso, vale pur figuratam., Cedere facilmente all'altrui volontà, Indursi a fare tutto ciò che piace ad un altro. – Cecch. Comm. ined. 1, 41: Oh chi non riderebbe a veder questo vecchio, che con le tanaglie non se li caverebbe un quattrin dalla borsa, e ora lasciarsi menar pel naso a pagar cento cinquanta scudi? Papin. Lez. Burch. 130: Furon tenuti tutti smemorati. Cioè stupidi e insensati a lasciarsi, come usiamo di dire, menar pel naso, a seguire quella deliberazione della Repubblica, non approvata allora dal crocchio del Burchiello. Fag. Comm. 1, 206: Lo so, lo so, che quel vecchio pazzo si lasciava menar pel naso, e mangiare il suo da tutti, e non teneva conto di nulla. E 4, 367: Vi fanno la barba di stoppa, e vi lasciate mangiar la torta in capo, menar pel naso come le bufole, e com 'un asino pella cavezza; merendonaccio! Nell. Iac. Suoc. 1, 1: Dunque il rimedio sarà di non lasciarsi menar pel naso, e farsi ubbidire. E Serv. padr. 1, 1: A prima vista mi è parsa una sputapepe da non lasciarsi menar pel naso. Gozz. Op. scelt. 4, 218: Ben se' tu uomo acconcio e facile, dappoichè ti lasci, come un bufolo, menar pel naso e credi quanto ti dicono. E 414: Le quali cose da me vedute feciono si, ch'io me ne tornassi indietro pieno di compassione di coloro i quali si lasciavano da lei non pel naso menare, ma per la barba. Guadagn. Poes. 1, 247: Chi si ammoglia, essere uguale In tutto deve al bue fuorchè in un caso..., Nel lasciarsi, cioè, menar pel naso.
Definiz: § XLVII. Mettersi il naso in mano; è maniera espressiva che vale Turarsi il naso per non sentire qualche gran puzzo. –
Esempio: Buonarr. Fier. 2, 4, 28: Stiam lontani e mettiamci il naso in mano, E lasciamli passar.
§ XLVIII. Montare, Saltare, Venire, e simili, ad alcuno la mosca, o il moscerino, al naso. – V. Mosca, § XXVIII, e Moscerino, § III. § XLIX. Non mettere il naso, o la punta del naso, fuori dell'uscio; dicesi dei soverchiamente timorosi della propria salute, che si tappano in casa nelle stagioni non buone. Così diremmo d'un di costoro: È più d'un mese che non mette il naso fuori dell'uscio. § L. Non si poter toccare ad uno il naso, o la punta del naso, si dice di chi, per ogni menoma cosa si risente e si adira; ed anche, scherzevolmente, di persona che si investa troppo del proprio grado, autorità, o simili. – Car. Dicer. 22: E per contrario dicendosi: non gli si può toccare il naso..., il naso gli fuma; si vuol significare uno che si risenta dell'onor suo. Magal. Lett. 164: Ora, dite, chi potrà adesso toccarvi la punta del naso?
Definiz: § LI. Non vedere quanto è lungo il naso, o Non veder più là del proprio naso; dicesi comunemente di chi manchi di discernimento, anche nelle cose più facili. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 46: Voi non vedete quanto è lungo il naso, Quanti piedi entran dentro uno stivale, E volete insegnar quel che conviene A me, che sono il babbo delle scene?
Definiz: § LII. Parere, ad uno che gli caschi il naso; dicesi scherzevolmente di chi rimanga intontito per qualche caso improvviso e non preveduto. –
Esempio: Bern. Orl. 40, 12: Così passò quel caso, Ch'una gran burla è veramente stata: Al Conte parse gli cascasse il naso; Pensa la cosa pur com'è passata.
§ LIII. Parlare col naso, dicesi di chi, per difetto di conformazione o per malattia, ha voce nasale; ed anche dicesi d'una particolare smorfia che si fa stringendo le narici, e facendo quindi uscire la voce con suono nasale. – Manz. Prom. Spos. 128: E qui, parlando col naso e accompagnando le parole con gesti caricati, continuò, in tono di predica: in una parte di questo mondo, che ec. § LIV. Pigliare, o Prendere, alcuno pel naso, denota figuratam. Riuscire ad aggirarlo, a fargli fare la nostra volontà. – Bocc. Decam. 7, 123: Accortasi di Rinieri, in se stessa ridendo disse: io non ci sarò oggi venuta invano; chè, se io non erro, io avrò preso un paolin per lo naso. Buonarr. Fier. 1, 4, 6: Questi Dappochi, com'è egli, son coloro Che, luschi in dar di vista a i proprj affari, N'andàr presi pel naso dagli attori, Che fér negozj. Salvin. Annot. Fier. 392: Presi pel naso. Similitudine tratta dalle bufole, che si menan pel naso con anello di ferro nelle nari. § LV. Pisciare ad uno il naso in bocca; dicesi bassamente di naso adunco verso la bocca. – Lipp. Malm. 7, 54: Zanne ha di porco e naso di civetta, Che piscia in bocca e del continuo getta. Not. Malm. 2, 585: Naso di civetta, Che piscia in bocca. Cioè Naso aquilino, che ha punta torta in verso la bocca, e pare che vi coli dentro. § LVI. Salire, e anche Saltare, Venire, e simili, la mostarda, la muffa, la senapa, al naso. – V. Mostarda, § V, Muffa, § X, e Senapa. § LVII. Saltare al naso ad alcuno, vale, scherzevolmente, Saltargli addosso per affrontarlo, per arrestarlo. – Bern. Orl. 50, 38: Allor saltando tutti al ladro al naso, Ecco (dicean) la cosa è manifesta. § LVIII. Soffiare il naso alle galline. – V. Gallina, § XVII. § LIX. Soffiarsi il naso, vale Trarsi giù gli umori del capo pel naso; e Soffiare ad alcuno il naso, vale Aiutarlo a compiere la detta operazione, specialmente riferendosi a bambini. – Firenz. Pros. 1, 163: Quando sarete al dirimpetto dell'uscio nostro, soffiatevi il naso con questo fazzoletto. Adr. G. B. Lett. 33: Filisco dipinse una bottega d'un dipintore con tutti i suoi ordigni, ed un fanciullo che soffiava nel fuoco. Teodoro, un che si soffiava il naso. Allegr. Rim. Lett. 128: Vedesi.... Un altr'accoccolato (uno sguattero) in su la panca Soffiarsi il naso un tratto nelle mani, Mentre ch'e' fa la salsa o verde o bianca. Lipp. Malm. 6, 90: Poich'ha fatte riverenze in chiocca, Co' suoi piè lindi a pianta di pattona, Si soffia il naso, e spazzasi la bocca, E ec. Not. Malm. 2, 520: Si soffia il naso.... Espurga il naso. Guadagn. Poes. 1, 53: Dal naso incominciasi ogni azione: Comincia dal soffiarlo il ciarlatano, L'accademico pria dell'orazione..., E talor se lo soffia..., Se nell'esame inciampa, uno scolare.
Definiz: § LX. Tirar di naso, dicesi dei bracchi quando levano il muso al vento, per sentire se ne venga odore di preda.
Definiz: § LXI. Tirare il naso a' pettirossi. –
V. Pettirosso.
Definiz: § LXII. Toccarsi uno il naso se altri gli dice che non l'ha; si usa familiarmente a denotare la credulità di coloro che pongono cieca fiducia in ogni cosa che altri lor dica, ancorchè strana o inverosimile.
Definiz: § LXIII. E Toccarsi alcuno il naso, o Porvi su la mano se gli è detto che non l'ha, si usò a denotare Che non è da farsi beffe degli avvertimenti, anche nelle cose piccole e inverosimili. –
Esempio: Vill. G. 232: Il re Carlo, ch'era di sì gran cuore e teneasi sì possente, poco o niente ne curò...; ma non si ricordò il re Carlo del proverbio antico del comune popolo, che dice: Se t'è detto, tu hai meno il naso, ponviti la mano. Anzi si diede a non calere ec.
§ LXIV. Torcere il naso, vale figuratam. Mostrar dispetto o fastidio di cosa o persona, come se ne venisse puzzo. – Bocc. Filostr. 8, 31: E molte ancor, perchè d'alto lignaggio Discese sono..., si credon che vantaggio Deggiano aver dall'altre nell'amare; E pensan che costume sia oltraggio, Torcere il naso e dispettose andare: Queste schifate ec.
Definiz: § LXV. Trovare uno la rosa, o una rosa, a suo naso, vale figuratam. Trovare chi sappia tenerlo a dovere; che più comunemente si dice Trovar pane pe' suoi denti. –
Esempio: Baldin. Decenn. 6, 391: A' soverchiamente linguacciuti bene spesso accader suole,... di trovar talora rose a lor naso.
Esempio: E Baldin. Vegl. 2: Avendo coloro nella persona di lui ritrovato, come noi dir sogliamo, una rosa a lor naso..., finalmente si diedero per vinti, ritrattando molto seriamente le proprie false opinioni.
Definiz: § LXVI. Che ti caschi il naso! Che possa cascarti il naso! specie di imprecazione burlevole. –
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 314: Alla fin s'affacciò Nena.... e cosi disse: Chi è? – Son io. – Chi io? – Presto, son Maso. – Guarda chi è, possa cascarti il naso!
Definiz: § LXVII. Vo' perdere il naso, Vorrei che mi cascasse il naso, o la punta del naso; si usa familiarmente, e coordinato a una proposizione condizionale, a denotare certezza che una cosa avvenga nel modo che si dice; ed è anche modo scherzevole di chiamare sopra se stesso un gastigo in certi casi determinati. –
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 22, 32: Un uom che a donna piaccia e che lei prega, Se lo ributta vo' perdere il naso.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 94: Vorrei, s'io lo negassi, in questo caso, Che mi cascasse la punta del naso.